CIR | Andrea Crugnola: “Sono soddisfatto di quanto siamo riusciti a realizzare in questa stagione” [INTERVISTA]
Le parole del pilota alla viglia del Rally Adriatico
Tra circa due settimane tornerà l’appuntamento con il Campionato Italiano Rally, ormai giunto alla volata finale con le ultime due tappe della stagione. Nell’attesa di vederlo ritornare a bordo della Ford Fiesta R5, con al suo fianco per le note Danilo Fappani, abbiamo rivolto qualche domanda ad Andrea Crugnola alla vigilia del penultimo round del CIR 2018, ovvero il Rally Adriatico di scena il prossimo 21-22 settembre.
Il pilota in forze al team HK Racing è al momento quarto nella classifica del campionato con un saldo di 33 punti (24 di differenza rispetto all’attuale leader Andreucci), ottenuti con una partenza a razzo nel primo appuntamento del 2018 al Rally del Ciocco e un andamento più altalenante nelle prove successive: la sfortuna patita a Sanremo, dove un’ottima gara è stata vanificata da una foratura nell’ultima speciale, ha fatto il paio con il ritiro nella successiva Targa Florio, in cui un’altra bella prestazione è stata azzoppata, questa volta da un problema tecnico alla vettura.
La riscossa arriva al Rallye Elba, dove Crugnola e Fappani conquistano il podio, oltre a rimarcare la leadership nella categoria Asfalto del campionato nazionale (CIRA). Dagli altari alla polvere, quella letterale degli sterrati del San Marino e quella metaforica di un secondo ritiro stagionale per il varesino su Fiesta R5, nonostante l’equipaggio prima della défaillance stesse guidando nelle posizioni prossime al vertice. Infine nell’ultimo appuntamento prima della pausa di fine estate, ovvero il Rally di Roma Capitale, Crugnola e Fappani hanno sì dovuto fare i conti con forature e problemi tecnici, tuttavia sono riusciti a completare la gara grazie ad una prova di carattere di fronte alle avversità , salvando così il quarto posto nella classifica generale.
Ora si torna sugli sterrati dopo quelli del San Marino: ecco quali sono le sensazioni di Andrea Crugnola alla vigilia di questo penultimo round. Con il pilota abbiamo fatto anche il punto della situazione sul suo CIR 2018.
A due round dalla fine del CIR 2018 ti ritrovi quarto in classifica ma al tempo stesso vicino al podio, dimostrando di ottenere dei buoni tempi ma subendo anche la sfortuna: ora che siamo oltre la metà di una stagione che stai disputando per la prima volta nella sua interezza, che primo bilancio potresti trarre dall’esperienza nella competizione e con la vettura?
Sono molto contento di quello che io, il team ed il mio copilota siamo riusciti a fare. Con la Fiesta il feeling è ottimo anche se non si smette mai di imparare.
In una storia del tuo profilo Instagram ha dichiarato che tra Elba e San Marino ha preferito il San Marino, nonostante il ritiro che hai subito nella terza PS a 50 metri dal termine della speciale. Tuttavia nella prima prova stagionale su terra tu e Danilo Fappani avete dato degli ottimi segnali sulla Ford Fiesta R5: il set-up della vettura e il feeling con questo tipo di fondo sono quindi quelli giusti o pensate di apportare qualche modifica ulteriore in vista del Rally Adriatico?
A San Marino siamo partiti forte, ma poi ci siamo fermati causa un mio errore. In vista dell’Adriatico ci sarà da cambiare il set-up della vettura dato che il fondo sarà differente, perciò ci sarà da lavorare durante lo shakedown.
In generale, cosa ti aspetti dalla prova marchigiana su sterrato, fondo sul quale ti avevi detto di divertirti di più? Andreucci avrà il difficile ruolo del battistrada, in una tappa che non vince dal 2012…
L’obiettivo sarà quello di poter prendere qualche punto in vista del finale di stagione, e poi sarà importantissimo fare chilometri in vista anche della prossima stagione.
“Il format del CIR con Gara 1 e 2 rendeva le cose più interessanti”
A proposito del tuo rivale, l’inizio di stagione sembrava riservare una nuova cavalcata trionfale di Andreucci verso l’undicesimo titolo. A metà strada (al di là dell’incidente da cui è uscito in pratica fortunatamente illeso) i due ritiri consecutivi al San Marino e al Roma Capitale hanno un po’ sparigliato le carte, sebbene il pluricampione tricolore mantenga salda la vetta della classifica piloti. C’è ancora spazio per l’imprevedibilità nel CIR? Cosa potrebbero fare i team da una parte e gli organizzatori, con la Federazione, dall’altra, per rendere la competizione più aperta possibile?
Confrontando la classifica del campionato di quest’anno con quella dello scorso anno, direi che il format con Gara 1 e Gara 2 aveva reso il campionato più interessante.
Il Rally di Roma Capitale ha messo in luce una certa distanza tra i piloti dell’ERC e quelli del CIR, nonostante tu in particolare abbia dato il massimo: secondo te si tratta di un gap colmabile? C’è ancora la possibilità per un rallista di casa nostra di fare carriera a livello internazionale o, soprattutto per le nuove generazioni, la mobilità oltre i confini nazionali si è un po’ inceppata? (Tra l’altro, parlando di te, nel 2020 ritornerà nel WRC il Rally Safari, una gara che tempo fa avevi indicato come quella che desideri correre…)
A Roma in realtà ci sono stati molti piloti italiani a vincere delle prove, dunque non ho visto una grande differenza con i piloti del campionato europeo che sono stati comunque nettamente superiori.
Per quanto riguarda il WRC l’unico modo per poter emergere è avere milioni di euro da investire, oltre al talento di base.
Il prossimo anno dovrebbero essere introdotte delle novità nel calendario del CIR, con la distanza tra una tappa e l’altra di 28 giorni e non 21, oltre ad un possibile ritorno del Rally Italia Sardegna. Come giudicheresti questi cambiamenti? Secondo te è necessario studiarne altri, mantenendo distinto il Tricolore da una parte e il CIWRC dall’altra?
Avere una gara del mondiale nel calendario CIR è ottimo, e come ho detto in precedenza Gara 1 e Gara 2 potrebbero portare di nuovo una gran lotta fino all’ultimo centimetro di prove del campionato italiano.
Sarebbe bello aumentare le gare su terra ed avere così 4 gare su asfalto e 4 su terra.
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